L’importanza della corretta alimentazione | Ascolta il tuo battito

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Migliorare la dieta per aiutare la salute del nostro cuore: un concetto fondamentale anche per lo scompenso cardiaco perché corretti stili di vita, a cominciare dalla cura dell’alimentazione e senza trascurare una moderata ma regolare attività fisica, rappresentano un caposaldo della prevenzione secondaria, non solo per prevenire eventi cardiovascolari acuti, ma anche per facilitare la ripresa di chi è ammalato.

Se non esiste una dieta perfetta per lo scompenso cardiaco, è vero però che per soprattutto per i pazienti scompensati valgono i principi base di un’alimentazione corretta ed equilibrata. Che vuol dire impostare un regime alimentare quotidiano che assicuri un corretto apporto di grassi, proteine, carboidrati abolendo – o limitando al massimo – bevande zuccherate e alcolici.

La salute del cuore passa anche dalla tavola e, per lo scompenso cardiaco, è importante curare non solo la qualità degli alimenti, ma anche le quantità corrette: consumando di tutto, ma sempre nella giusta porzione. Fortunatamente, in Italia, la dieta mediterranea offre anche ai pazienti con scompenso cardiaco davvero una molteplicità di scelte, che consentono di appagare il gusto e il piacere conviviale del mangiare con un regime alimentare corretto e bilanciato.

I PRINCIPI ALLA BASE DELLA CORRETTA ALIMENTAZIONE PER LO SCOMPENSO CARDIACO

Soprattutto per chi soffre di scompenso cardiaco è opportuno limitare l’assunzione di grassi saturi, notoriamente nocivi per la salute cardiovascolare. Ciò significa ridurre il consumo di carne, soprattutto rossa, insaccati, uova o latticini interi, garantendo però un apporto equilibrato di proteine attraverso pesce, cereali, legumi e molti tipi di frutta e verdura. I grassi saturi possono aumentare il tasso di colesterolo nel sangue, uno dei più seri fattori di rischio cardiovascolare. Il colesterolo tende ad accumularsi nelle arterie cardiache, provocandone la progressiva ostruzione e limitando così l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco. Tale condizione, nota come aterosclerosi, può provocare dolore toracico o, in caso di ostruzione totale, arresto cardiaco. L’aterosclerosi e le patologie coronariche contribuiscono in misura significativa all’aumento della pressione e, nel corso del tempo, all’insorgenza dello scompenso cardiaco.

Fare attenzione al consumo di sale. Un eccessivo consumo di sodio favorisce la ritenzione di liquidi, affaticando ulteriormente il muscolo cardiaco. Per questa ragione, a pazienti con scompenso cardiaco si raccomanda un consumo di sodio non superiore ai 2 grammi giornalieri: più o meno 5 grammi di sale da cucina, l’equivalente di un cucchiaino da caffè.

È un risultato che si può ottenere attraverso diversi accorgimenti, come:

  • scegliere alimenti o versioni di alimenti a basso contenuto di sodio;
  • dare la preferenza a frutta e verdure fresche piuttosto che a cibi lavorati;
  • non aggiungere sale quando si cucina;
  • leggere sempre le etichette degli alimenti, al momento dell’acquisto, per verificarne il contenuto di sodio. Tenendo presente che sostanze quali glutammato di sodio (ingrediente principale dei dadi da brodo), benzoato di sodio (presente nelle salse, nei condimenti e nelle margarine), citrato di sodio (esaltante di sapore dei dolci, gelatine e bevande) indicano sempre la presenza di un ulteriore contenuto di sale.

Evitare le bevande alcoliche. L’alcol è una molecola tossica e l’eccesso, soprattutto in presenza di scompenso cardiaco, può provocare la dilatazione del cuore e il suo indebolimento. Un consumo moderato, se non in presenza di una grave sintomatologia, può prevedere mezzo bicchiere di vino a pasto per gli uomini e uno per le donne.

Limitare il consumo di caffè. Sì a un consumo moderato anche di caffeina, non più di tre caffè al giorno.

Non esagerare con i liquidi. La ritenzione di liquidi è un rischio da evitare per chi soffre di scompenso cardiaco, perché comporta un carico di lavoro maggiore per il cuore. E il liquido in eccesso può finire nei polmoni, rendendo più difficile la respirazione. In media, la quantità di liquidi che si può assumere giornalmente varia da 1,5 a 2 litri. Vanno considerati in queste quantità non solo l’acqua, ma anche tè, tisane, latte, brodo.

Un alleato chiamato potassio. Molti pazienti assumono diuretici, prescritti per contrastare la ritenzione idrica. Si tratta, però, di farmaci che possono ridurre i livelli di potassio nell’organismo, il principale minerale presente nelle cellule. Fondamentale per la contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco, il potassio contribuisce alla regolazione dell'equilibrio dei fluidi e dei minerali all'interno e all'esterno delle cellule e aiuta a mantenere la pressione nella norma smorzando gli effetti del sodio. Per questo motivo, i pazienti con scompenso cardiaco devono integrare la dieta con alimenti ricchi di potassio: banane, albicocche, prugne, soia, melone, legumi, patate e pesci come trota o merluzzo.

I VANTAGGI DELLA DIETA MEDITERRANEA

Un valore aggiunto per contrastare anche a tavola i rischi dello scompenso cardiaco viene dalla Dieta Mediterranea, molto più di un semplice elenco di alimenti ma un vero e proprio stile di vita alimentare, tradizionalmente adottato nelle regioni del Sud d’Italia. I vantaggi sulla salute cardiovascolare della dieta mediterranea sono stati ampiamente indagati a partire dalla fine degli anni ’50, quando il fisiologo e nutrizionista americano Ancel Keys acquistò una casa in Cilento e trascorse i successivi 40 anni conducendo studi proprio su questo modello di “mangiare sano” e divenendo il primo a ipotizzare una correlazione tra alimentazione e rischio cardiovascolare.

Ma perché la Dieta Mediterranea è così importante per lo scompenso cardiaco? Perché è un regime alimentare caratterizzato da un elevato apporto di frutta e verdura fresca, cereali (soprattutto poco raffinati), legumi, frutta secca (noci, mandorle, nocciole); la principale fonte di grassi è l’olio d’oliva, usato come condimento; le proteine sono apportate principalmente dal pesce, mentre sono consumati in misura minore formaggi e latticini; la carne, soprattutto quella rossa, è assunta occasionalmente.

La Dieta Mediterranea è ricca, inoltre, di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie, come polifenoli, tocoferolo e fitosteroli, che contribuiscono a contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione, coinvolti nel processo che conduce alla formazione delle placche aterosclerotiche nelle arterie e vantano anche proprietà antiaggreganti che proteggono dal rischio di trombosi.

Importante anche l’apporto di fibre che concorrono alla diminuzione del peso corporeo, della massa grassa e dei valori di glicemia a digiuno, parametri fondamentale da monitorare in caso di scompenso cardiaco. L’elevato apporto di fibre alimentari modifica, inoltre, la flora batterica intestinale: diminuendo la quota di colina e carnitina assunti con la dieta, si riduce la produzione intestinale di una sostanza (TMAO) che ha sia un effetto infiammatorio vascolare, sia un’azione pro-trombotica.

È importante precisare che il possibile beneficio cardiovascolare non è legato all’assunzione di singoli alimenti, ma proprio alla commistione delle proprietà di tutti i cibi presenti nella dieta mediterranea. Un ulteriore beneficio si ottiene, infine, associando alla dieta un esercizio fisico moderato ma costante perché comporta miglioramenti non solo della forza muscolare, ma anche della capacità aerobica fondamentali per tutti i pazienti con scompenso cardiaco.

A cura della Dott.ssa Marianna Rizzo, Biologa Nutrizionista e consulente AISC, Associazione Italiana Scompensati Cardiaci.

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